La psicoterapia della Gestalt è un modello olistico, che guarda all’essere umano nella sua totalità psichica-corporea-emotiva-cognitiva-comportamentale-relazionale e al suo essere fisiologicamente orientato al conseguimento dell’equilibrio, del benessere e della crescita.

Funi di acciaio che tengono insieme il tetto di una struttura architettonica in maniera duttile ed innovativa: come la psicoterapia della Gestalt, che integra altri modelli grazie alla duttilità dei suoi principi e alla loro innovativa applicabilità
Psicoterapia della Gestalt a Bari

In virtù di questi assunti di base la psicoterapia della Gestalt si colloca al centro delle psicoterapie umanistiche.

Fu fondata in America, negli anni 50, dallo psicanalista Fritz Perls, e si è poi diffusa in tutto il mondo, integrandosi anche con altri modelli di psicoterapia, grazie alla duttilità dei suoi principi e alla loro innovativa applicabilità.

Perls considerava il disturbo psichico un disordine della crescita e affidava alla psicoterapia la funzione di rimuovere gli impedimenti al processo di auto-realizzazione.

Il mal-essere secondo la psicoterapia della Gestalt

Secondo la Gestalt, un individuo vive uno stato di malessere quando non è nelle condizioni di esprimere tutta la sua interezza nell’interazione con il proprio ambiente di vita, poiché, in seguito ad una serie di esperienze, ha ristretto la gamma delle sue possibilità di risposta e di adattamento costruttivo alla realtà.

Il malessere è spesso una condizione esistenziale, in cui vi è difficoltà ad essere in pieno contatto con i propri bisogni, poiché questi contrastano con le aspettative e le richieste che provengono dall’ambiente esterno.

Il disagio, che ne deriva, si può esprimere attraverso una gamma molto ampia di sintomi, come:

Un disturbo psicologico è, dunque, la migliore risposta che la persona, nelle sue condizioni psico-fisiche e ambientali, è in grado di attivare.

Quindi, il sintomo è un tentativo di adattamento e di ripristino dell’equilibrio, che però risulta fallace, in quanto restringe la gamma dei comportamenti, che quell’individuo può mettere in atto per realizzarsi nel mondo.

Un esempio

È come se la persona vivesse all’interno di un recinto molto ristretto, dove può muoversi e camminare, usando però sempre gli stessi passi e sempre secondo lo stesso ritmo, mentre al di là del recinto c’è uno spazio infinito, dove potrebbe correre, saltare, arrampicarsi, scivolare, risalire, stendersi.

Determinando espressioni di sè ripetitive e rigide, il sintomo si rivela disadattivo ed è, pertanto, da intralcio alla crescita e all’espressione del potenziale personale.

Lo psicoterapeuta aiuta la persona ad acquisire consapevolezza dell’essere proprio lì in quel recinto, delle conseguenze che questo comporta, di cosa potrebbe fare di diverso dallo stare lì, delle difficoltà che incontra nel fare una scelta differente e dei benefici che, invece, questa potrebbe apportare alla propria esistenza.

La riscoperta dei propri bisogni

L’individuo, in una condizione di malessere, perde il contatto con i propri bisogni più autentici.

Lo scopo della psicoterapia è aiutarlo a riattivare la capacità di riconoscerli, di distinguerli e di canalizzare, verso ognuno di essi, le necessarie energie.

In Gestalt, l’attenzione si focalizza su ciò che la persona fa e ciò che egli fa si collega a ciò che pensa, così come ciò che pensa è in relazione a ciò che sente e alle emozioni che lo attraversano, e a ciò che fa o non fa per esprimersi attraverso tali sentimenti.

Le emozioni al centro

Nella psicoterapia della Gestalt è centrale l’attenzione alle emozioni.

Scopo fondamentale di questo modello di psicoterapia è l’attivazione della consapevolezza di come vengono vissute e gestite le emozioni, sia nel proprio mondo interno, sia nell’interazione con l’ambiente esterno

Per esempio, Stefano prova rabbia per un amico, ma non glielo fa notare, poiché vuole evitare di litigare, ma dentro di sé rimugina e soffre, fino a sentire un vago senso di impotenza.

Egli, dunque, non sente già più rabbia, ma tristezza e dolore.

La repressione della rabbia lo preserva dal rischio del conflitto, ma questo avrà una ricaduta sul suo benessere e sul suo equilibrio interno.

L’abitudine ad evitare di stare in contatto con la rabbia, nel tempo potrebbe sfociare in un sintomo.

La consapevolezza

Questo circuito potrebbe essere, invece, invertito se Stefano diventa consapevole di come evita di stare in contatto con la sua rabbia e di quanto questo sia per lui dannoso.

Potrebbe inoltre anche giungere a scoprire che esistono modalità sane per esprimerla, senza dover necessariamente provocare una lite.

La consapevolezza si acquisisce nello stare in contatto con quanto accade nel “qui e ora” del setting terapeutico, dove il focus è sull’azione che si compie e sulle emozioni che emergono in relazione ad essa.

Il contatto con questi sentimenti può riportare ad una situazione del passato, che non è stata chiusa e che necessita di essere rivissuta, per poter giungere ad una definitiva risoluzione, affinchè il passato torni al passato, senza più influenzare il presente.

La drammatizzazione

Mediante l’utilizzo di tecniche di drammatizzazione e di visualizzazione, precipue della terapia della Gestalt, la persona può “mettere in scena” episodi del presente o del passato, in cui emerge il suo disagio.

Esperendo il suo dramma ha, al contempo, la possibilità di scoprire come si limita nel raggiungimento di ciò di cui ha bisogno, come blocca i suoi processi creativi.

Ciò porta la persona a scoprire cosa potrebbe fare di nuovo e più gratificante per sé e per il suo benessere, nei vari contesti della sua vita.

Può così imparare a promuovere nella sua vita quel cambiamento necessario ad esprimere tutto il suo potenziale, affinchè divenga protagonista della sua esistenza.

La psicologia umanistica

La Gestalt si colloca all’interno della corrente della “Psicologia Umanistica”.

Questa si pone come obiettivo primario di restituire all’essere umano della sua dignità, il suo diritto ad essere rispettato in tutte le sue dimensioni ed espressioni.

Tale obiettivo viene perseguito attraverso il riconoscimento dei seguenti diritti:

  • valorizzare il corpo e le sensazioni, di soddisfare i bisogni vitali fondamentali, di esprimere le emozioni;
  • costruire la propria unicità, e ciò nel rispetto della specificità individuale (diritto alla differenza);
  • auto-realizzarsi, senza limitarsi a “I’avere” e “al fare”, di perseguire i propri fini, di superare i propri limiti, e di affermare i propri valori individuali, sociali e spirituali.

Durante una seduta di psicoterapia della Gestalt la persona apprende come integrare i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue azioni e ad estendere queste nuove conoscenze su di sé alle esperienze della sua vita quotidiana.

Affinché il malessere divenga stimolo e motore per la riattivazione dei suoi processi di crescita e di espressione di sè.

Fonti

  • F. Perls, R.F. Hefferline e P. Goodman: “Teoria e pratica della terapia della Gestalt”. Astrolabio, 1997
  • Serge Ginger: “La Gestalt: terapia del con-tatto emotivo”. Edizioni Mediterranee, 2004