La depressione è un disturbo pervasivo del tono dell’umore caratterizzato da tono dell’umore basso, sofferenza emotiva, senso di vuoto e irritabilità.
La gravità è in rapporto alla persistenza nel tempo, che può variare da alcuni mesi a molti anni o presentarsi a cicli, e alla capacità della persona di affrontare gli impegni e le responsabilità del quotidiano.
Si stima che nel mondo la depressione colpisca trecento milioni di persone ed evidenze scientifiche rivelano che l’esclusivo trattamento farmacologico sia efficace solo in un terzo dei casi.
I sintomi
Caratteristico della depressione è un basso livello di energia vitale che si manifesta sotto forma di:
- astenia (senso di debolezza fisica)
- abulia (mancanza di volontà)
- anedonia (incapacità di sentire il piacere)
- apatia
frequente è la compromissione di alcune funzioni dell’organismo come il comportamento alimentare con inappetenza o iperfagia, il sonno con insonnia o ipersonnia, l’attenzione, la concentrazione e la memoria.
Quando questi sintomi, per persistenza e intensità, assumono una forma invalidante si parla di “depressione maggiore”, un disturbo di natura psichiatrica.
Un quinto delle persone che soffrono di un disturbo depressivo presentano anche sintomi ipomaniacali o maniacali che designano il “disturbo bipolare”.
Fattori di rischio
I fattori di rischio per l’insorgenza di un disturbo depressivo sono rappresentati da: fattori genetici, ormonali, luci e stagioni, mancanza di attività fisica, fattori socio-demografici, rimuginio, acne e altre malattie infiammatorie, eventi di vita avversi o traumatici.
Il profondo stato di malessere che la persona depressa vive e a cui si rassegna è strettamente correlato a:
- bassa autostima
- spietata autocritica
- senso di inadeguatezza
- senso di impotenza
- atteggiamento rinunciatario
- mancanza di progettazione
- mancata fiducia nella possibilità del cambiamento
- bassa resilienza
- incapacità a vivere emozioni piacevoli e a ricercare la gratificazione
inoltre, si riscontra una bassissima empatia e difficoltà a riconoscere i bisogni altrui.
Il rischio di suicidio può essere in agguato e quasi tutti coloro che soffrono di un disturbo depressivo hanno pensieri suicidari.
Le relazioni di una persona depressa
La persona depressa tende ad isolarsi e ad allontanare le persone care, mantenendo attivo un intenso sentimento di solitudine, vuoto, angoscia e disperazione.
La qualità della vita
La qualità della vita è significativamente compromessa e, nelle condizioni acute o croniche, la persona può giungere a perdere la capacità di svolgere le fondamentali e ordinarie attività del quotidiano come:
- alzarsi dal letto
- lavarsi
- cucinare
- ordinare e pulire la casa
- mangiare
- prendersi cura della prole e delle persone care
- lavorare
La depressione dunque, se trascurata, può diventare altamente invalidante.
Le cause della depressione
Si può nascere con una predisposizione genetica allo sviluppo di un disturbo depressivo in quanto sono stati individuati diversi geni che hanno questa funzione, ma si è altresì dimostrato che nessuno di questi può provocare l’esordio di un episodio depressivo come, invece, possono farlo gli eventi altamente stressanti. Complesse interazioni tra i due livelli, genetico ed esperienziale, possono assumere una valenza eziologica.
Per esempio, si è scoperto che la variante corta del gene trasportatore della serotonina, se associata a più eventi avversi e traumatici, provoca l’insorgenza del disturbo depressivo.
Fattori socio-ambientali
Fattori socio-ambientali stressogeni e avversi si sono dimostrati essere significativamente correlati agli eventi di episodi depressivi. Studi prospettici hanno evidenziato come abusi sessuali e violenza subita in età infantile siano strettamente correlati allo sviluppo di sintomatologia depressiva, ma maggior peso lo hanno l’abuso verbale ed emotivo e la trascuratezza. Questi bambini subiscono gravi alterazioni neurobiologiche.
Esperienze traumatiche
Studi epidemiologici molto estesi dimostrano che esperienze traumatiche infantili, come separazioni, abbandoni e lutti, e attaccamento disfunzionale e disorganizzato siano causa di depressione maggiore e suicidio in età adulta.
Separazioni, lutti e umiliazioni in età adulta possono anche essere causa di sintomi depressivi, a cui si può aggiungere mobbing e stress psicosociale in ambito professionale.
Di solito l’esordio depressivo ha luogo 4-8 settimane dopo un episodio scatenante.
E’ stato anche osservato che la presenza di depressione aumenta il rischio di decesso nei pazienti cardiopatici.
Le storie di vita delle persone depresse rivelano vissuti precoci di elevato stress dovuto a maltrattamento, trascuratezza, rimproveri giudicanti, umiliazione, vergogna, senso di colpa che incidono profondamente sul senso di sé e sul valore personale e determinano condizioni psichiche di insicurezza, dipendenza emotiva, vulnerabilità, e ipersensibilità.
Da un punto di vista biochimico, a causa di traumi precoci, nel cervello delle persone depresse non vengono mai disattivati i circuiti di risposta al pericolo, cosicché esse non riescono mai a liberarsi dai pensieri negativi, si sentono facilmente inefficaci e questo rialimenta i pensieri negativi, creando costanti ruminazioni e uno stato di ipersensibilità alle comuni criticità, vissute come gravi lacerazioni dell’autostima e della sicurezza.
Inoltre, già Freud riteneva che all’origine della depressione vi fosse un’intensa rabbia repressa che, non potendo essere indirizzata verso la fonte relazionale originaria, è stata inconsciamente rivolta verso di sé, mediante un perpetuo autoannichilimento.
La cura
Un disturbo depressivo in fase acuta o in condizione cronica necessita di un trattamento farmacologico prescritto dal medico psichiatra, che vada a favorire un riequilibrio dei processi elettrochimici cerebrali gravemente alterati.
Evidenze scientifiche rivelano che gli psicofarmaci riducono i sintomi ma non agiscono sulle cause che hanno inciso sulla condizione depressiva.
E’ possibile perseguire l’obiettivo di intervenire sulle cause se il farmaco è inserito nel programma di una psicoterapia mirata al riconoscimento e alla cura delle ferite emotive e di eventuali traumi relativi a perdite, mancanze e umiliazioni, alla presa di consapevolezza dei propri meccanismi difensivi come la repressione emotiva, al riconoscimento delle proprie risorse e all’acquisizione di nuove.
In un setting accogliente e sicuro, in alleanza con il terapeuta che è lì per aiutarla ad uscire dalla sua sofferenza immobilizzante e invalidante, la persona può scoprire che:
- ha tutto il diritto di riprendere le redini della propria esistenza
- nessuna ferita è irrimarginabile
- qualsiasi esperienza della vita, anche la più terribile e inconfessabile, può trovare sollievo e cura
- il passato non appartiene più al suo presente e può scegliere di lasciarlo andare
- può sperimentare nuove parti di sé e abilità latenti
- può sviluppare nuove risorse interiori
- può muoversi verso nuovi obiettivi
- può darsi l’opportunità di aprirsi al cambiamento
- può tornare ad avere fiducia in se stesso e nella vita
e giunta fin qui può dirsi “guarita”.
Fonti
- Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM-5, Raffaello Cortina Editore
- L. Ostacoli, A. Hofmann, M. Lehnung, M. Hase “Psicoterapia emdr e cura della depressione: metodologia e protocolli di intervento nella pratica terapeutica”. Edizione aggiornata a cura di Luca Ostacoli, 2023. Ed. ApertaMenteWeb
- Nancy McWilliams “La diagnosi psicodinamica”. Astrolabio edizioni
- Erica Francesca Poli “Le Emozioni che Curano. Stare bene con la nuova medicina delle emozioni” Mondadori edizioni