EMDR: a Bari una terapia per curare stress, ansia e traumi psicologici

Fiore giallo che sbuca dall'asfalto. simboleggia la potenza dell'EMDR nello sprigionare le energie intrinseche dell'indivuduo

Cos’è l’EMDR?

L’EMDR, acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing, è attualmente la metodologia psicoterapeutica maggiormente riconosciuta a livello internazionale per la sua efficacia nella cura del trauma psicologico.

Consiste nel porre la persona in una condizione di sicurezza emotiva tale da consentirgli di accedere agevolmente alla memoria dell’evento traumatico, di entrare in contatto con le emozioni e le sensazioni corporee ad essa associate e di osservare i pensieri ed eventuali ulteriori ricordi che emergono durante il processo.

La stimolazione bilaterale

Ciò che contraddistingue la metodica è che quanto appena descritto ha luogo mediante l’ausilio di una stimolazione alternata bilaterale oculare, che richiama la denominazione emdr, o tattile chiamata tapping per distinguerla dalla prima.

La stimolazione bilaterale attiva i processi di elaborazione cerebrale del trauma favorendone la desensibilizzazione ossia consente di annullare il disturbo emotivo e somatico associato alla riattivazione psichica dell’evento.

Cos’è il trauma psicologico?

Nel 2002, l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce trauma il risultato mentale di un evento o di una serie di eventi improvvisi ed estremi in grado di rendere l’individuo temporaneamente inerme e di disgregare le sue strategie di difesa e di adattamento.

Il trauma psicologico è, dunque, la reazione psichica ad un’esperienza scioccante, intensa, dolorosa e angosciante, che provoca una disorganizzazione e disregolazione del sistema neuropsichico e che può portare ad esiti psicopatologici.

Sono considerate esperienze ad alto contenuto traumatico (stressor):

  • l’abuso sessuale
  • il maltrattamento fisico
  • la diagnosi di una malattia grave
  • incidenti
  • lutto improvviso
  • catastrofi naturali come il terremoto
  • abbandoni o separazioni dalle figure di accudimento
  • maltrattamenti psicologici come freddezza e ostilità da parte delle figure di attaccamento

Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) prevede la categoria dei disturbi legati al trauma e allo stress, tra cui include il disturbo da stress post-traumatico.

Cosa distingue il trauma da un’esperienza dolorosa?

Quando viviamo un’esperienza difficile e dolorosa con il passare del tempo, grazie ai naturali meccanismi di elaborazione e processamento del cervello, il dolore da essa provocato si attenua e il ricordo di quel vissuto sbiadisce e può perfino perdere la sua valenza nociva.

Il trauma, invece, è un’esperienza che rimane incastonata nella memoria, in specifiche reti neurali, con le immagini, i pensieri, le emozioni e le sensazioni olfattive, uditive e cenestesiche originarie del momento, in una dimensione atemporale nel senso che è come se per il trauma il tempo non passasse mai. La persona quando rievoca l’evento ha l’impressione che si stia ripresentando in quel preciso momento, anche se sono trascorsi anni o addirittura decenni.

Accade sovente che, per un bisogno di difesa dal dolore intenso, tali memorie vengano inconsciamente dissociate dalla coscienza, tanto da sembrare dimenticate.

I trigger

Sebbene, eventi apparentemente banali, ma che per il cervello emotivo di quell’individuo assomigliano in qualche maniera all’esperienza critica originaria, divengono degli stimoli, chiamati in questo caso trigger, che attivano il ricordo del trauma con tutta la sua pregnanza emotiva.

La persona traumatizzata si ritrova, senza esserne consapevole, a rispondere emotivamente all’episodio o stimolo neutro come se si stesse ripresentando la stessa situazione che ha ingenerato il trauma.

Ad esempio, una persona che ha subito un incidente stradale in una strada a due corsie alle 3:00 del pomeriggio, ogni qualvolta si ritroverà, anche a distanza di molto tempo, a guidare in condizioni analoghe sarà assalita da uno stato d’ansia ingestibile, su cui non riuscirà ad esercitare alcun controllo.

A differenza di un’esperienza dolorosa del passato, il trauma è un ricordo per cui il trascorre del tempo non ha alcuna influenza.

Su quali tipologie di trauma si può intervenire con l’EMDR?

Il modello EMDR prevede la possibilità di curare tre tipologie di trauma:

  • Trauma con la “T” maiuscola, con cui si indica un grave shock emotivo conseguente ad un’esperienza che mette a repentaglio l’incolumità e che crea un danno severo e duraturo, come per esempio uno stupro o un incidente o un’aggressione fisica;
  • Trauma con la “t” minuscola, rappresentato da svalutazioni e giudizi negativi che, durante la crescita, il bambino riceve da genitori, parenti, insegnanti, e che incidono sull’immagine di sé, andando a compromettere la sua autostima, come ad esempio “sei cattivo”, “sei un incapace”, “non capisci niente”, “non farai mai nulla di buono nella vita”;
  • Trauma dell’attaccamento provocato dalle ferite che le figure di accudimento infliggono al bambino mediante trascuratezza, negligenza, distanza emotiva, freddezza, abbandoni, violenza fisica, psicologica e sessuale.

L’integrazione nella coscienza dell’esperienza traumatica mediante l’EMDR

Le esperienze traumatiche provocano nell’individuo un dolore intollerabile, da cui la mente si difende attivando meccanismi di dissociazione del ricordo, che viene estromesso dalla coscienza fino a sembrare obliato.

I sintomi di malessere o la vera e propria psicopatologia divengono le uniche vie attraverso cui il sistema della persona traumatizzata tenta di trovare un equilibrio e una forma di adattamento.

Con l’EMDR è possibile interviene direttamente sulle memorie traumatiche emotive e somatiche associate al ricordo, che sono dominio del cervello emotivo.

La rielaborazione di tali memorie favorisce un processo di integrazione nella coscienza dell’esperienza scioccante che porta spontaneamente la persona ad attribuire ad essa nuovi e più adattivi significati, con il beneficio di un nuovo equilibrio psichico acquisito e conquistato. Il ricordo traumatico diviene un brutto ricordo del passato che non fa più male e non ha più ripercussioni avverse nella vita della persona.

La funzione di autoguarigione del cervello

L’EMDR permette, quindi, di depotenziare e rimemorizzare in modo funzionale e adattivo i ricordi traumatici.

Questa modalità di elaborazione si allinea con la funzione di autoguarigione del cervello, che era stata bloccata dall’impatto traumatico.

La remissione dei sintomi e una crescente condizione di benessere sono i risultati tangibili di tale lavoro.

La psicoterapia EMDR è evidence based, ossia scientificamente comprovata da numerosi studi che attestano la validità ed efficacia della metodica nella cura di diverse psicopatologie come:

  • ansia
  • attacchi di panico
  • fobie
  • depressione
  • tossicodipendenze e addiction
  • dipendenze affettive
  • disturbi del comportamento alimentare
  • disturbo ossessivo-compulsivo
  • ipocondria e patofobia

Fonti

Francine Shapiro Emdr, il manuale: principi fondamentali, protocolli e procedure”. Nuova Edizione, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2019

Marilyn Luber “I protocolli terapeutici dell’EMDR”, Giovanni Fioriti Editore, 2015

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