L’EMDR e l’elaborazione adattiva delle informazioni
La psicoterapia EMDR è stata ideata circa trent’anni fa da Francine Shapiro per la cura del disturbo da stress post-traumatico.
Origine della denominazione EMDR
In origine la denominazione Eye Movement Desensitization and Reprocesing stava ad indicare la stimolazione bilaterale dei movimenti oculari usata per favorire l’elaborazione del ricordo traumatico e la sua desensibilizzazione ossia l’annullamento dell’attivazione neurologica, da esso attivata, percepita dalla persona come altamente disturbante.
A distanza di qualche decennio dagli esordi dell’applicazione del metodo e in seguito a un fiorente sviluppo del suo utilizzo nella cura di diverse forme di psicopatologia, la stessa Francine Shapiro ha riconosciuto che i movimenti oculari costituiscono solo una singola componente dell’intero modello e che la desensibilizzazione non rappresenta l’unico obiettivo perseguibile con questa terapia, che andrebbe piuttosto intesa come un sistema globale.
Come l’EMDR favorisce la consapevolezza
La stimolazione bilaterale, che può essere sia visiva che tattile che acustica, è accompagnata dal focus attentivo sulle immagini del ricordo, sulle emozioni elicitate, sulle reazioni corporee e sulle credenze su di sé innescate dall’evento, con lo scopo di aumentare il livello di consapevolezza, di favorire la regolazione dell’attivazione neurologica, la stabilità interna e la resilienza del paziente, tenendo conto al contempo dei suoi sistemi di appartenenza.
Cosa accade durante un trattamento EMDR?
Durante il trattamento, per esempio, di una vittima di stupro è possibile ed è necessario identificare i vari aspetti del ricordo traumatico che sono fonte di disturbo come le immagini intrusive, le emozioni negative quali paura, colpa o vergogna, le sensazioni corporee, i pensieri negativi, i trigger e le convinzioni che la persona ha sviluppato e sedimentato a livello profondo su sé stessa e sul proprio ruolo nella dinamica dello stupro.
Cosa accade nella mente di una persona traumatizzata?
La mente della vittima potrebbe essere assalita, ad esempio, da pensieri negativi come “sono sporca” oppure “è stata colpa mia”, credenze che riattualizzano l’esperienza traumatica come un vicolo cieco in cui la persona è ingabbiata e da cui viene sopraffatta.
La trasformazione con l’EMDR
Durante le sedute emdr le immagini del ricordo e le emozioni negative divengono sempre meno vivide e sempre meno potenti e la persona, attivando le aree cognitive del cervello, entra in un processo trasformativo che la porta ad attribuire nuovi e integrabili significati di tale terribile esperienza, cosicché il ricordo si associa a informazioni più appropriate e l’evento viene rimemorizzato in forma adattiva, sana e non stressante.
L’immagine di sé dopo il trattamento EMDR
L’elaborazione dell’evento su un piano cognitivo e la desensibilizzazione con annullamento del disturbo portano a rievocare l’evento in assenza di associazioni con emozioni disturbanti ed emerge un’immagine di sé più sana. Ad esempio, la vittima può focalizzare che è stata in grado di reagire, che si è salvata la vita, che è riuscita ad andare avanti nonostante l’accaduto.
Questi pensieri su di sé costruttivi diventano credenze che andranno a sostituire quelle disfunzionali, originate in seguito all’esperienza traumatica.
Con la stimolazione bilaterale è possibile installare in memoria tali nuove credenze, andando a stabilizzare un’immagine di sé adattiva e adulta che diviene il pavimento psichico su cui la persona può appoggiarsi per reimmettersi nel flusso dell’esistenza e andare avanti.
L’estinzione dei pensieri intrusivi
Nel contempo, si assiste ad un’estinzione delle immagini e dei pensieri intrusivi relativi all’evento e quando in seguito la persona ricorderà l’avvenimento le emozioni, i pensieri e le sensazioni corporee ad esso associate avranno un carattere neutrale anziché disturbante.
Come si aiuta la persona
Con la terapia EMDR è possibile aiutare i pazienti a:
- imparare dalle esperienze negative del passato
- desensibilizzare le reazioni ai trigger attuali che esercitano un effetto indebitamente stressante
- assimilare nuovi modelli per agire in modo più appropriato ed efficace nelle diverse vicende della propria esistenza
- fronteggiare le sfide e le fonti di stress
L’elaborazione adattiva delle informazioni
Ma cosa conferisce a questa metodica tanto potere terapeutico?
La risposta la troviamo nell’AIP, acronimo inglese di Adaptive Information Processing, che in italiano si traduce in Elaborazione Adattiva delle Informazioni.
L’AIP è il modello teorico a fondamento della metodica EMDR e designa una funzione del cervello indispensabile all’esistenza stessa poiché consente di elaborare in modo appropriato le informazioni relative gli eventi esperiti, nel senso che le immagini mentali di quanto si vive, le emozioni e le sensazioni corporee ad esse associate vengono registrate sia nella memoria episodica che in quella emotiva in modalità funzionale sia all’apprendimento che all’adattamento, necessari al proseguire nell’esistenza.
Il trauma blocca l’AIP
Il trauma determina un blocco della funzione AIP per le memorie associate all’evento e le informazioni inerenti all’esperienza infausta non vengono processate in modalità adattiva.
Questo si evince dalle alterazioni percettive, dalle reazioni emotive disregolanti e dagli automatismi comportamentali su cui si fa fatica ad esercitare controllo.
Le credenze disfunzionali conseguenti al trauma infantile
Un adulto che è stato vittima di traumatizzazione infantile, pur avendo sviluppato molte abilità, può continuare a percepirsi inadeguato e indegno perché nel suo inconscio si è installata la credenza di non essere degno d’amore o di essere sbagliato e difettoso, con una severa ricaduta sul senso di sicurezza di sè e sulla capacità di esercitare controllo su quanto esperisce nel suo quotidiano.
Questa persona continua, in tal modo, a percepire sé stessa da una prospettiva infantile e ciò la ostacola nell’adattamento al suo presente e nel godere appieno dei frutti del suo valore.
L’EMDR riattiva l’AIP
Le stimolazioni bilaterali, associate agli altri elementi procedurali della terapia emdr, innescano un meccanismo fisiologico che riattiva il sistema AIP per le memorie traumatiche, con accesso ai network neurali contenenti informazioni adattive.
Questo si traduce in una riconnessione tra gli aspetti cognitivi e gli aspetti emozionali dell’esperienza, che il cervello aveva dissociato per difendersi dal dolore intollerabile, e ciò porta spontaneamente ad attivare immagini meno disturbanti, credenze positive e emozioni adeguate, con estinzione delle sensazioni fisiche collaterali disturbanti.
Il ricordo viene, dunque, reimmagazzinato in un assetto più adattivo.
La generalizzazione delle emozioni e cognizioni positive
Nei network neurofisiologici le emozioni e le cognizioni a carattere positivo acquisite vengono generalizzate tanto che la persona sviluppa spontaneamente insight, idee di sé positive e comportamenti più adeguati e funzionali.
Evidenze scientifiche
Indagini mediante SPECT e risonanza magnetica funzionale hanno evidenziato che l’elaborazione tramite l’emdr promuove cambiamenti a livello biologico anche in pazienti con storie di grave abuso, quindi il danno neurobiologico che deriva da tali eventi avversi se curato può non considerarsi permanente.
Il sistema AIP è funzionale alla salute mentale
Il sistema di elaborazione delle informazioni è un sistema fisiologico cerebrale specifico e distinto che consente, in virtù di connessioni neuronali e associazioni appropriate, di integrare l’esperienza in schemi emotivi e cognitivi sani ed è funzionali all’adattamento, alla crescita e alla coscienza di sé.
Si può, pertanto, ipotizzare che la natura abbia predisposto questo sistema al fine del ripristino della salute mentale, cosi come il corpo è portato fisiologicamente a guarire dopo una ferita, e che l’emdr abbia il potere di riattivarlo laddove si sia bloccato.
Cosa dimostra l’esperienza clinica?
La ricca esperienza clinica ha dimostrato che, una volta rielaborati i ricordi specifici relativi al trauma, il senso di autostima e di autoefficacia del paziente cambia automaticamente, insieme all’emergere spontaneo di comportamenti nuovi.
I risultati con l’EMDR
Rielaborare il trauma con l’EMDR significa conseguire i seguenti risultati:
- desensibilizzazione del disturbo emotivo e somatico associato alla memoria dell’evento, fino all’annullamento definitivo
- regolazione del sistema nervoso
- ristrutturazione cognitiva dell’evento
- aumento del livello di consapevolezza
- riconfigurazione e stabilizzazione di un’immagine di sé adulta, adeguata, sana e integra
- aumento dell’autostima e della sicurezza di sé
- depotenziamento dei trigger disconnettendoli dalle memorie traumatiche
- destrutturazione degli automatismi disfunzionali e sostituzione con automatismi adattivi e adeguati al livello di maturazione della persona
Questi risultati nell’insieme rendono l’idea della complessità della terapia EMDR e danno il senso di ciò che intendeva Francine Shapiro quando affermava che questa metodologia psicoterapica va vista come un “sistema globale”.
Conclusioni
Un’ampia gamma di studi controllati sulla terapia EMDR è stata valutata da task force indipendenti tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’International Society for Traumatic Stress Studies, conferendole lo standard di efficacia evidence-based per il trattamento del trauma psicologico.
Fonti
Francine Shapiro “EMDR, il manuale: principi fondamentali, protocolli e procedure”. Nuova Edizione, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2019
Jim Knipe “EMDR Toolbox. Teoria e trattamento del PTSD complesso e della dissociazione”. Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2019
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